Il Roccolo


Boschi perenni

2015-2016

Percorsi naturalistici

in fase di realizzazione

Fioriture campestri

2012-2013

Siepi forestali

2011-2012

Vigna

dal 2010

L’edificio presumibilmente costruito verso la metà del 1800 per conto di Carlo Borromeo (1828-1889) a scopo venatorio (aucupio), venne mantenuto in attività fino al 1950 dal figlio GianCarlo Borromeo (1880-1965), cacciatore molto appassionato, ma anche acuto osservatore e studioso di ornitologia per la sua competenza e laureato in scienze naturali. La costruzione, oltre ad essere adatta alle abitudini venatorie, dava al proprietario e agli amici appassionati, la possibilità di usufruire di alcuni locali per essere presenti alle prime luci dell’alba, nei classici periodi autunnali e primaverili del “passo” degli uccelli. La formazione arborea, il “progetto verde” circostante l’edificio tuttora visibile, è costituito da uno spazio ellittico centrale a prato delimitato da una doppia cintura di carpini. La pianta usata è il carpino bianco (carpinus betulus), perché la sua potatura permette il mantenimento adatto all’uso di cui sopra. Tra le due “cinture” di carpini venivano sistemate verticalmente delle reti del tutto invisibili agli uccelli. Al centro dello spazio a prato venivano posizionati dei “richiami”, uccelli vivi addestrati al canto. Nel periodo particolare del “passo” l’addetto al Roccolo, visti gli uccelli attirati nel prato, tirava la lunga corda cui erano legati numerosi barattoli e gli uccelli per il loro veloce decollo sempre radente, finivano vivi nelle reti tra le piante.

La consuetudine del Roccolo, oltre ad essere comune alla maggior parte delle proprietà nobiliari, fin dal 1700, il cui ricavato pennuto finiva sulle sontuose tavole dei proprietari, era anche molto diffusa tra i contadini, soprattutto bergamaschi e comunque nelle regioni collinari dell’alta Italia; in questo caso era una significativa aggiunta al normale alimento povero quotidiano.

Il Roccolo Borromeo di Oreno, è costituito da 2 fabbricati: il primo ha planimetria quadrata su due piani con scaletta esterna. Sul fronte nord verso il prato, a piano terreno ci sono delle lunghe feritoie, finestrelle molto basse dalle quali era possibile, senza essere visti, seguire i movimenti degli uccelli ed attivare i comandi indicati per la cattura. Al piano superiore c’è una saletta con camino. Il secondo fabbricato, poi rimaneggiato nel 1975, era destinato “all’uccellanda”, locale necessario al contenimento dei “richiami” in gabbia, alla conservazione degli alimenti e alle relative attrezzature. Oggi questo fabbricato è dotato di servizi igienici e di un locale cantinato.

Entro il recinto in rete metallica, oltre alla prima doppia “cintura”, esiste ancora un doppio filare di carpini più esterno, che nei tempi della sua attività di “aucupio” sosteneva un altra rete, avente il compito di completare la cattura di uccelli eventualmente sfuggiti alla prima rete. E’ inoltre interessante notare che è ancora esistente l’accesso originale del Roccolo, costituito da uno stretto vialetto con doppio filare di piante sempreverdi di fitta vegetazione fino alla base, (in origine juniperus virginiane, poi le piante morte sono state sostituite da taxus baccata), che permetteva di arrivare al cancello d’ingresso senza essere visti da uccelli in arrivo sulla zona interessante l’aucupio.

La zona verde del Roccolo, circostante quella cintata, è attualmente formata da terreni a prato, anch’essi delimitati verso la strada di Velasca e sugli altri tre lati da boschi ininterrotti di robinia con esemplari di pino strobo, farnia e qualche antico esemplare di pino silvestre che costituiva parte dei boschi umidi della Brianza (Parco delle Groane). Il Roccolo dal 1950 è rimasto per vari anni al centro della Riserva di Caccia estesa su terreni Borromeo e Gallarati Scotti e utilizzato anche come allevamento di fagiani. Successivamente e fino alla fine del 2007 è diventato allevamento di cani “pastore tedesco”.

A partire dall’estate 2010 sono iniziati i lavori di recupero degli edifici e dell’area verde circostante. La struttura ora viene utilizzata per:
centro estivo organizzato da AMBIENTE ACQUA onlus
feste per bambini e adulti (nuova tensostruttura da 100mq)
attività con asini
visite guidate durante le escursioni lungo i percorsi ciclopedonali organizzati dal Parco della Cavallera,
gite in mongolfiera